Asessualità by Caterina Appia

Asessualità by Caterina Appia

autore:Caterina Appia [Appia, Caterina]
La lingua: ita
Format: epub
editore: People
pubblicato: 2024-01-11T23:00:00+00:00


5. Asessualità e stigma: non solo “battutine”

L’afobia – la discriminazione e l’ostilità rivolte all’asessualità e alle persone asessuali, specificamente in quanto tali – esiste. Lo dico così, all’inizio, nero su bianco, senza punti interrogativi finali, perché se in tanti contesti questo è ancora argomento di dibattito – vi ricordate il discorso sulle persone asessuali che “non sono veramente oppresse”? – noi della comunità aro-ace sappiamo che su questo c’è ben poco da dibattere. L’esperienza ci ha fatto capire che questa parte di noi è raramente ben accolta, che in tantissime situazioni dobbiamo scegliere se nascondere e reprimere il nostro orientamento sessuale o affrontare una serie di possibili conseguenze negative. C’è chi perde l propri partner, chi si sente rivolgere dai propri genitori domande come «dove abbiamo sbagliato?», chi viene invitat a rivolgersi a un medic o un sessuolog, chi viene invalidat in vari modi («è una fase, vedrai che poi trovi la persona giusta»).

È utile pensare all’afobia come a una piramide. Chiamo il livello più basso Negazione: comprende tutti quegli atteggiamenti, comportamenti e rappresentazioni che non prendono nemmeno in considerazione che l’asessualità sia una condizione possibile. Ogni volta che parliamo di sesso e di attrazione sessuale come qualcosa di indispensabile a livello universale siamo a questo livello.

Faccio un esempio tratto dalla mia esperienza personale. Nel gruppo WhatsApp del mio corso di laurea, ai tempi in cui frequentavo la Magistrale di Psicologia, due colleghe avevano postato il link al questionario che stavano svolgendo per la loro tesi, chiedendoci di partecipare. L’unico requisito era essere in una relazione da più di sei mesi. Poiché soddisfacevo questo requisito, ho partecipato. Una volta che ho iniziato a rispondere, però, mi sono resa conto che le domande erano tutte sulla vita sessuale, e che io, non avendo rapporti in quel periodo della mia vita, non potevo rispondere. Sarebbe bastato specificare, tra i requisiti, che era necessario essere sessualmente attiv, ma evidentemente, per chi aveva creato il questionario, essere in una relazione da più di sei mesi implicava anche avere rapporti sessuali. L’esistenza di persone come me e di relazioni come la mia non erano assolutamente contemplate. Ho chiuso il questionario con un senso di amaro in bocca.

Il secondo livello è quello della Derisione. Qui l’asessualità e ogni forma di sessualità che è considerata troppo poco frequente secondo gli standard sono viste come qualcosa di sbagliato e degno di essere preso in giro. Vi rientrano le varie battute, gli «scopa che ti passa», le risposte invalidanti ai coming out asessuali («è una fase», «ci sono troppe etichette, ormai», «vuoi sentirti speciale»), usare «vergine» come insulto, considerare “sfigat” o inferiore chi non fa sesso.

Il terzo livello è quello della Patologizzazione. L’ignoranza o l’ostilità verso l’asessualità da parte di medich e psicologh, le terapie di conversione (psicologiche e farmacologiche) e la patologizzazione di cui abbiamo parlato nel capitolo 4 appartengono a questo livello.

All’apice della piramide c’è la Violenza fisica, di cui è esemplificativo lo stupro “correttivo”.

Anche se ciò che avviene ai livelli più bassi può essere considerato “meno



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